“Qui stiamo assistendo a un’operazione artistica completamente pura, grezza, reinventata in tutte le sue fasi dall’autore, fondata esclusivamente sui propri impulsi.”
JEAN DUBUFFET da “Asfissiante Cultura”, 1986
Art Brut si traduce, letteralmente, in “arte grezza”. Il termine è stato coniato nel 1945 dall’intellettuale e artista francese Jean Dubuffet (1901-1985) con la volontà di dare una definizione precisa alla regione eterogenea di un’arte di confine, di una creatività fuori dagli schemi e dai condizionamenti culturali. Questo tipo di manifestazione artistica nasce da pulsioni interiori spontanee, autentiche e scevre da preconcetti e pregiudizi, espresse in maniera rapida senza la ricerca di tecniche e stilemi accademici. É un’arte pura e immediata, sviluppatasi tra disagio e libertà, che consente di rendere concreti mondi spesso contraddittori e saturi di linguaggi peculiari ed estremamente personali. Il termine brut indica, infatti, un livello primario, privo di elaborazioni, manipolazioni e, soprattutto, suggestioni estetiche esterne.
Dell’arte, la cultura non sa nulla, conosce soltanto le opere, che sono tutta un’altra cosa. Per Dubuffet la cultura falsa la creazione artistica, la snatura cosicché essa «tradisce la sua funzione naturale di vento per assumere quella portatrice di sabbia; e così gli artisti, per schierarsi con la cultura, si sono trasformati da soffiatori di vento in ammucchiatori di sabbia».